Sono in pausa; più che di riflessione mi piace considerarla una pausa-premio.
Nella mia vita è cambiato tutto per l’ennesima volta e soprattutto sono cambiata io, forse potrei dire che finalmente ho deciso di crescere. Non era scontato che succedesse, ma è successo e come tutte le cose importanti che avvengono, mi tocca farci i conti con questa crescita.
Per quanto mi riguarda ciò che chiamo crescita consiste nel guardare le cose con altri occhi, nell’accettare me stessa senza volermi sempre diversa, nel non paragonarmi più agli altri continuamente (ma solo qualche volta ;) e soprattutto nel non credere ai sogni altrui, bensì ai miei.
È la cosa più bella che si possa conquistare, la conoscenza di sé stessi; senza la consapevolezza di me potrei continuare a correre come ho fatto finora e non arriverei mai.
Sono giunta a questo punto dopo aver toccato con mano i miei limiti e i miei lividi, dopo aver scoperto con fastidio di non essere invincibile, ma soprattutto dopo aver capito che fuggire da tutto ciò di cui avevo bisogno era sbagliato; quando si riescono ad aprire finalmente gli occhi, quello che non sembrava possibile accade, in un attimo. E tutto cambia in superficie e nel profondo.
Che gli altri se ne accorgano o meno è irrilevante, più che altro perché tante cose che vengono fuori facevano già parte di me; ma la vera differenza la sento io, perché quando si accetta la crescita ci si sente in pace. Non ho perso completamente il perfezionismo, l’intolleranza e l’insoddisfazione che mi spingono sempre oltre, ma le uso come strumenti per migliorare piuttosto che per ferirmi; non cerco più il dolore, ma solo il benessere; mi sforzo di coltivare di più gli affetti che il mio lavoro mi ha fatto sacrificare. Cerco di costruire su ciò che ho e non su ciò che vorrei e ho scoperto che le potenzialità per essere felici in questo modo sono molto più alte di quello che pensavo. Non sto dicendo sia facile e soprattutto non è successo in poco tempo, piuttosto è un percorso che ho dovuto affrontare, per la maggior parte del tempo fisicamente da sola e questo fa male, ma aiuta. Le boe di salvataggio in questo percorso sono le persone che mi hanno sempre guardato nel profondo e che mi capiscono e non potrò mai ringraziarle abbastanza per ciò che consapevolmente o inconsapevolmente mi hanno dato.
Per qualcuno tutto ciò potrà essere scontato, ma per me non lo era affatto e devo ancora lavorarci tanto, sulla vita che vorrei, perché non voglio più sprecarne neanche un attimo.
In tutto questo quadro mi sono trasferita a Firenze: ho cambiato città perché mi sono innamorata, ho smesso per un attimo di correre e di lavorare e ho cambiato dieta.
L’ultima è l’unica cosa che sta per finire per fortuna; è una dieta che mi è stata imposta dall’esterno per vedere le reazioni del mio corpo dopo anni di massacro e di stanchezza. Quindi via completamente glutine e lattosio, nonché una lista infinita di verdure, frutta e semi.
Non posso sgarrare e non è facile e soprattutto non è gratificante. Mangio tutto ciò che prima cercavo di limitare tra cui tantissimo riso e tantissimissime patate :-O. Quindi manco sto dimagrendo.
Ma comunque tutto ciò mi ha aperto gli occhi sul mondo delle intolleranze di cui oggi soffriamo più o meno un po’ tutti. Io non ho mai creduto alle intolleranze vi dico la verità, perché quando togli una cosa spesso ne mangi troppo un’altra e il problema viene solo traslato. Non voglio certo banalizzare o fare l’esperta, ma mi interesso a vari regimi alimentari da anni perché ci tengo alla forma fisica e soprattutto a causa del mio lavoro mi informo tanto sull’alimentazione e sugli ingredienti che oggi ingeriamo in quantità.
L’aspetto più rilevante di questo periodo di dieta lo ha rappresentato per me il mondo del SENZA GLUTINE: essere obbligata a mangiare senza glutine mi ha costretto a dover leggere centinaia di etichette di prodotti sostituitivi e in un mese intero di dieta, sono riuscita a comprarne si e no una decina. Vuol dire che ho considerato abbastanza salutari solo un decimo dei prodotti analizzati.
Il 'senza glutine' è un grande business. Ovviamente non parlo della celiachia che è una malattia vera, ma di tutte quelle persone che oggi decidono di non ingerire glutine da un giorno all’altro, unicamente perché vorrebbero dimagrire e non perché ne abbiano effettivamente bisogno e che cominciano a vivere di prodotti sostituivi industriali; la maggior parte di questi contiene esclusivamente amidi ad altissimo indice glicemico e zuccheri raffinati (per esempio lo sciroppo di glucosio – fruttosio) come ingredienti principali, più conservanti, addensanti e chi più ne ha più ne metta. Dove sarebbe il vantaggio nel cambiare modo di alimentarsi in questo caso?
Da pasticciera tendente al salutismo non ho ceduto ai prodotti confezionati e ho fatto vari esperimenti cercando di coniugare il sano e il buono.
Per questo motivo nel percorso di analisi ho scelto la farina di grano saraceno come ingrediente principale, non ho usato zucchero raffinato e ho eliminato le proteine animali, così la complessità della sfida è aumentata notevolmente e mi sono divertita di più.
Il risultato estetico lo vedete nella foto, per quello gustativo dovete fidarvi di me: per essere una torta salutare e senza niente ;-) è molto intrigante, profumata e morbida.
Note sugli ingredienti utilizzati
- Potete sostituire l’amido di mais con la fecola di patate.
- Ho usato lo sciroppo di riso perché non contiene glutine, se volete una torta ancora più sana usate il malto (si trova senza glutine, ma è più difficile e il potere dolcificante è inferiore a quello dello sciroppo di riso). A prescindere dalle vostre eventuali intolleranze, non scegliete comunque quello di orzo, non è adatto per i dolci.
- Potete sostituire i mirtilli con altra frutta, tenete presente che più umida è meglio è; potete anche sostituire il cocco con la farina di mandorle per esempio e il cardamomo con lo zenzero o con altra frutta secca e spezie, dipende dai vostri gusti e dalla frutta prescelta! Stesso discorso per il latte vegetale (soia, riso, avena, mandorle, nocciole, cocco) e per la crema di mandorle.
- Questa torta può essere consumata tranquillamente da persone celiache, basta porre più attenzione sulla scelta degli ingredienti, che devono riportare la spiga barrata oppure essere inseriti nel prontuario.
Ingredienti (dosi per una torta da 16 cm Ø)
farina di grano saraceno 100 g
farina di cocco 80 g
zucchero di canna grezzo bio 45 g
amido di mais 50 g
farina di riso 30 g
lievito per dolci 1 cucchiaino
cardamomo in polvere 1 cucchiano
bicarbonato ½ cucchiano
limone non trattato 1 piccolo
mirtilli 150 g
latte di mandorle bio 160 g
sciroppo di riso 65 g
crema 100% mandorle bianche 50 g
semi vaniglia ½ bacca
Accendete il forno in modo che raggiunga 180°C se statico, 170°C se ventilato.
Scegliete una tortiera apribile da 16-18 cm di diametro e foderate il fondo con un foglio di carta forno; chiudete la cerniera e tagliate la carta in eccesso se necessario.
Spalmate sui bordi olio di cocco se lo avete, oppure utilizzate uno staccante spray o margarina o burro di soia. Se non siete vegani, potete imburrare e infarinare alla vecchia maniera.
In una terrina capiente, versate la farina di grano saraceno, la farina di cocco, lo zucchero di canna e la farina di riso.
Setacciate l’amido di mais, il lievito, il cardamomo e il bicarbonato e aggiungeteli alle farine.
Grattugiate la buccia del limone all’interno della terrina e mescolate bene il tutto con un cucchiaio di legno o con una frusta.
Lavate bene i mirtilli, scolateli, aggiungeteli agli ingredienti secchi e schiacciateli leggermente con il cucchiaio.
In un contenitore versate il latte di mandorle, lo sciroppo di riso, la crema di mandorle e i semi di vaniglia (se avete bisogno di consigli su come prelevare i semini dalla bacca date un’occhiata qui).
Intiepidite il tutto al microonde (30 secondi alla massima potenza) oppure in un pentolino a fuoco basso e mescolate bene con una frusta per amalgamare gli ingredienti.
Aggiungete i liquidi agli ingredienti secchi e mescolate delicatamente per ottenere un impasto omogeneo; versate il composto nella tortiera e infornate subito nel ripiano centrale del forno.
Cuocete a 180° per 45 minuti circa; se la torta dovesse colorarsi troppo, copritela con un foglio di alluminio gli ultimi 15 minuti. Trascorso il tempo, controllate la cottura inserendo uno stuzzicadenti all’interno, dovrà risultare asciutto. Se non sarà così, proseguite la cottura, altrimenti sfornate.
Passate una spatolina o un coltello sui bordi facendo attenzione a non rompere la torta e aprite subito la cerniera. Se volete potete lucidare la torta spennellandola con un composto realizzato con 3 parti di sciroppo di riso o malto e una parte di acqua calda (ricetta base di Pasquale Boscarello); una volta fatta questa operazione, sollevate delicatamente la torta prendendo i lati della carta forno e adagiatela su una griglia in modo che si asciughi più facilmente.
Vi consiglio di servirla con la panna, vegetale se siete vegani, intolleranti oppure semplicemente desiderosi di rimanere nel filone salutare intrapreso all’inizio ;-). In alternativa, scegliete un coulis di mirtilli; altrimenti, annegatela nel caffellatte mattutino.
Conservatela avvolgendola in pellicola alimentare in modo che non si secchi.
che bello che sei tornata! E in versione gluten free e vegan! :) Come già sai paolino mangia senza glutine e caseina e quindi con le tue ricette vado sul sicuro!
RispondiEliminaBentornata e buon nuovo inizio! <3
Grazie Chiara :-)
EliminaGood sshare
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